MARVELIT

PRESENTA

Di

Carmelo Mobilia & Igor Della Libera

 

Kaijū

(2° parte)

 

 

# 34

 

 

Gli abitanti di Tokyo lo sanno da sempre. Da generazioni, sanno che presto o tardi devono fare i conti con la terribile calamità che dorme sul fondo della loro baia. Sanno che lì vi dorme una creatura vecchia quanto la terra stessa, che talvolta si desta dal suo sonno e torna per terrorizzarli. La terra comincia a vibrare, l’acqua a ribollire, e i cittadini della capitale giapponese tremano perché sanno che Godzilla sta per risvegliarsi. 

Il ruggito della bestia riecheggiò nell’aria. Era un urlo che non aveva eguali sulla terra. Un verso spaventoso.

I Vendicatori della Costa Ovest, giunti in Giappone sulle tracce di un loro nemico, il genetista folle noto col nome di Dottor Demonicus, ora si trovavano ad affrontare quella creatura terrificante. Era un mostro alto più di 50 metri, con l’aspetto simile a quello di un tirannosauro, con scaglie color grigio scuro.

Anche gli eroi più potenti della terra, sebbene abituati ad imprese straordinarie, non poterono che rimanere a bocca spalancata dinnanzi al gigantesco mostro preistorico.

Calabrone (Dottor Henry “Hank” Pym): <E’ … stupefacente. Dovrebbe essersi estinto da millenni...>

Aracne (Julia Carpenter): <Non ho mai visto nulla del genere in vita mia…>

Nova (Richard Ryder): <Io... non sapevo che sulla terra esistessero creature di questo genere... >

Thunderstrike (Eric Masterson): <Porca paletta quant’è grosso...>

Godzilla avanzava a passo lento, distruggendo tutto quello che incontrava per la sua strada.

I cittadini fuggivano all’impazzata, presi dal panico. Toccava a loro agire.

<Ok, non restiamo con le mani in mano; Thunderstrike, tu e Nova attaccatelo frontalmente. Aracne, io e te penseremo ad aiutare questi cittadini ad evacuare.>

<Si.> rispose la rossa con un cenno della testa, mentre i due compagni eseguirono l’ordine impartito dal loro capo, innalzandosi in volo.

<Thor affrontava mostri del genere senza battere ciglio > pensò tra se e se <se ci riusciva lui, devo capacitarmi che posso farlo anch‘io.>

Ruotò la sua mazza incantata e gliela scagliò contro, ma Godzilla sembrava non averla nemmeno sentita.

<Proviamo una altro approccio> disse Nova, avvicinandosi alla sua testa <Ehi bruttone, di qua!> disse sparando i suoi raggi concessivi, ma non ebbe molta più fortuna del suo amico.

<Uh, qui si mette male...> disse il poliziotto intergalattico.

 

Nevada.

 

<VENDICATORI UNITI!> gridò USAgent sferrando il primo pugno a Ulisse e dando il via alla lotta tra i Vendicatori e il Pantheon.

L’oggetto della loro contesa era il corpo privo di sensi dell’uomo che in realtà era l’Hulk rosso. Entrambi i team volevano portarselo via per poterlo aiutare e curare, ma evidentemente avevano idee differenti al riguardo, e la cosa inevitabilmente sfociò in uno scontro.

Agent si ricordò di quando si era allenato con il Cavaliere Nero poco prima di partire per la missione che sarebbe stata nota nelle cronache vendicative come “Tempesta nella Galassia”. Rammentò come aveva usato lo scudo per frenare gli affondi della lama d'ebano e come una volta sbilanciato l'avversario, gli avesse fatto perdere l'equilibrio colpendolo alle gambe. Riprovò quella mossa contro Ulisse, ma a il leader sul campo del Pantheon, a differenza di Dane Whitman aveva uno scudo e con questo fermò la forbice bassa del Vendicatore. Il loro scontro era silenzioso fatto di sguardi e colpi improvvisi. Anche loro come tutti però sentirono tremare la terra del Nevada sotto i piedi quando Aiace venne colpito con forza da She Hulk. La gigantessa si trovò con le nocche doloranti. Aiace la guardò.

<Tu bella come Adalanda ma du caddiva...>

<Te l'ha detto nessuno, bambinone, che hai rubato il costume dal guardaroba dell'Armadillo? Vi assomigliate in parecchie cose. Beh lui l'ho mandato al tappeto e presto gli assomiglierai anche in questo.>

<Donna verde barla drobbo...>

Sharon Ventura avevo visto l'effetto delle frecce di Atalanta su Hulk. Così si tramutò nella sua forma rocciosa per proteggersi.

<Vediamo se pietra vince freccia> continuò ad avanzare mentre Atalanta creava dal nulla un altro dardo.

<Sono io l'arco, sono io le frecce> gridò la guerriera.

Se ci fosse stata una regia in quegli scontri si sarebbe spostata a quel punto sui duellanti che mancavano, su Prometeo dai sensi affilati e su Tigra che aveva gli artigli caldi e pronti a graffiare.

<Non vorrei essere scortese ma non penso che nemmeno le mie unghie riuscirebbero a peggiorare la tua faccia>

<In questo momento sto vedendo un buco nero collassare dall'altra parte della galassia, come puoi pensare che uno che ha una tale percezione delle cose possa essere infastidito dalle tue schermaglie?>

<Se il tuo potere è solo quello del super guardone, sei messo male>

Saltò contro Prometeo che attese il momento giusto, l'aveva calcolato grazie ai suoi iper sensi che gli permettevano di cogliere ogni elemento e riassemblarlo in un quadro tattico, e la afferrò per il collo tenendola sollevata da terra.

<Nelle mie vene come in quelle degli altri scorre sangue divino. Il tuo invece è di un colore più livido del rosso umano. Lo vedo fluire dentro di te, vedo ogni fibra del tuo essere, avverto ogni pulsazione del tuo cuore e sono sempre di più e più forti>

<Lo sono perchè sto per fare questo> disse Tigra sollevando le gambe e stringendole intorno alla testa dell'avversario. In un colpo si liberò e lo gettò a terra facendogli saltare il cappello.

<Com'è la polvere del deserto quando puoi percepirne ogni singolo granello?>

Lo tenne lì, a terra con una mossa che aveva imparato guardando il wrestling.

USAgent aveva evitato un fendente vibrato da Ulisse con la sua spada d'energia che poi aveva aperto un solco nella roccia alle spalle dell'eroe dimostrando l'efficacia di quell'arma.

<Questa lotta è inutile. Arrendetevi e lasciate che quella creatura che voi chiamate Hulk Rosso venga con noi. E' per il suo bene e per il vostro, voi non avete i mezzi per guarirlo, noi sì.>

<Ce li avete perchè siete stati voi a creare quel mostro e l'avete fatto rovinando la vita a qualche poveraccio!>

<Non puoi capire, “eroe”. Il motivo per cui abbiamo agito è oltre la tua comprensione. Il Pantheon sa cosa è meglio per l'umanità>

<L'Hulk rosso viene con noi> gridò USAgent attaccandolo di nuovo.

 

Giappone.

 

La gigantesca coda di Godzilla sfiorò appena il palazzo, ma fu sufficiente affinchè ne distruggesse parte della facciata, provocando il crollo di alcuni detriti. Alcuni di essi stavano per finire addosso ad un gruppo di civili ma fortunatamente per loro, una tela composta da energia psionica ne fermò la caduta, impedendo a quei poveri cittadini di venire sepolti, per poi essere portati in salvo da un’agilissima Aracne.

Un autobus che s’era capottato su un fianco venne sollevato da due enormi braccia; era ovviamente Calabrone che, aumentate le proprie dimensioni, aiutava quelli che erano rimasti intrappolati ad uscirne.

<Sono troppi... non ce la faremo mai da soli. Dobbiamo cercare Demonicus e costringerlo a fermare quel mostro!> esclamò Aracne.

<Non possiamo lasciare questa gente in pericolo Julia.  Il dovere primario di noi Vendicatore è salvaguardare i cittadini. Ma hai ragione... se troviamo Demonicus risolviamo gran parte dei nostri problemi...>

<Cosa facciamo, allora?>

<Ho un idea che...> ma non riuscì a terminare la frase, vedendo quanto stava accadendo.

Arrivarono all’improvviso, dal cielo, come angeli custodi, come Dei. Erano i protettori del Giappone e ogni qualvolta che una minaccia incombeva, loro erano pronti a combatterla.

Erano i Big Heroes Six: Go Go Tomago, Honey Lemon, Hiro Takachiho e il suo drago sintetico Baymax che, insieme alla guardia nazionale, si erano attivati per contenere i danni e mettere la sicuro i civili, intervenendo con tutte le manovre da utilizzare in caso di terremoto (cosa purtroppo frequente, a Tokyo).

Aracne e Calabrone non fecero in tempo a stupirsi del loro arrivo quando improvvisamente si ritrovarono circondati da un muro di fiamme.

<FERMI Lì!> esordì Sole Ardente, il mutante giapponese dai poteri pirocinetici.

 <Apparite voi americani e improvvisamente Godzilla si risveglia, e per la seconda volta nel giro in poco tempo [allude a Iron Man MiT # 52-53]; qualcosa mi dice che ci siete voi dietro a tutto.>

<Sole Ardente, noi sappiamo chi c’è dietro al suo risveglio; un genetista folle di nome Douglas Birely noto anche come Dottor Demonicus. Lui...>

<Un americano. Lo sapevo che in qualche modo c’entravate voi. Voglio che mi diciate tutto e subito!>

<Lo stiamo facendo, se ci dai il tempo di parlare...> gli fece notare Aracne, irritata dai modi bruschi dell’eroe giapponese.

<Stalla a sentire, non siamo noi il nemico. Siamo qui per aiutarvi. Non so come è riuscito a controllarlo, cosa che da tempo desiderava fare. Non sappiamo dove sia, ma ho lanciato una richiesta d’aiuto alle formiche, entro breve saprò il luogo dove si nasconde.>

<Formiche? Mi prendi in giro?>

<Affatto. Fu così che sconfiggemmo Loki, anni fa, quando formammo i Vendicatori. Non appena avrò l’informazione lo staneremo e lo costringeremo a richiamare la creatura.>

<Voi non farete nulla. Non vi lascerò scorazzare liberamente mentre la mia città è sotto attacco. Voi non me la state raccontando tutta.>

<Ehi perché non la pianti con questo atteggiamento del cavolo e collabori? Siamo qui per darvi una mano!> sbottò Aracne.

<Si, e finora avete fatto un buon lavoro, non c’è che dire. No non se ne parla. Non andrete soli.>

<Andrò io con loro.> disse una voce alle loro spalle. I tre si voltarono e videro la luccicante armatura di Silver Samurai, altro celebre eroe locale.

<Ah allora hai sentito la chiamata. Pensavo che non saresti venuto. Tu e i tuoi modi da solitario.> gli disse Shiro Yoshida.

<Sono qui no? E ho sentito tutto. Hanno ragione, dobbiamo trovare questo tizio, e loro sono gli unici in grado di scovarlo.>

<Ragazzi, vi prego... in inglese.> chiese Hank Pym.

Sole Ardente sbuffò, con aria poco convinta:

<D’accordo allora. Silver Samurai verrà con voi e vi terrà d’occhio. Trovate questo tizio e fermatelo, ad tutti i costi.> poi si rivolse nuovamente al suo cugino mutante nella loro lingua madre.

<E se per caso fanno qualcosa di insolito, uccidili. >

<Ai.>

<Io intanto cercherò di fermare quel mostro...> e così dicendo, Sole Ardente spiccò il volo lasciandosi dietro una scia di fuoco e andando a dare manforte a Nova e Thunderstrike.

<Ok Vendicatori, fate strada.> disse il samurai d’argento.

 

Nevada.

 

She Hulk volò nell'aria colpita da una carica di Aiace e quando ricadde fu quasi sul punto di perdere i sensi.

Nella semi incoscienza che avanzava vide un'enorme ombra sovrastarla e poi l'Hulk rosso che si era ripreso, ignorato dai combattenti, saltò contro Aiace.

L'urlo del gigante in armatura attirò la loro attenzione congelando i diversi scontri. L'armatura che permetteva ad Aiace di muoversi cadeva a pezzi sotto i colpi del gigante cremisi.

Il suo potere era diventato la sua maledizione. Non più trattenuta la massa del suo corpo iniziò a farlo sprofondare e il dolore di quell'attacco della gravità faceva soffrire la creatura dallo spirito di bambino.

<Il mostro sta entrando nella fase di instabilità che ci ha spinto ad intervenire. Voi Vendicatori non potete curarlo, noi sì. E adesso credo che sia nell'interesse di tutti e dell'umanità catturare quell'essere prima che il suo potere si sprigioni oltremodo> disse Ulisse.

USAgent annuì in silenzio rendendosi conto che quella era l'unica strada percorribile. Il suo gruppo doveva osservare e non intervenire, si era già spinto oltre e senza una mente scientifica nella squadra, senza Hank Pym si rendeva conto che ci sono battaglie che non possono essere combattute solo con lo scudo e gli insegnamenti militari.

Prometeo guardava ora negli occhi irradiati e folli la creatura. Era come se osservasse l'esplosione di tante bombe gamma chiuse in pupille scarlatte.

<Il culmine è vicino. Le frecce neurali di Atalanta hanno accelerato la soppressione del lato umano. L'hanno messo a dormire o quasi e adesso quello che vedo è solo una furia mostruosa, senza eguali>

<Come possiamo catturarlo? Aiace era l'unico che poteva opporsi a lui... come facciamo a fermarlo, a catturarlo> disse Atalanta.

Prometeo in quello sguardo scintillante e animalesco vedeva anche la soluzione.

<Con le frecce neuronali... devi colpirlo più volte con tutta l'energia possibile... io guiderò i tuoi colpi perchè vadano a segno sul piano fisico e non.>

<E noi cosa facciamo nel frattempo, ci godiamo il tiro al bersaglio?> domandò She Hulk che si chiedeva se la maledizione degli Hulk sarebbe mai finita un giorno.

Chissà chi era l'umano imprigionato in quel corpo senza più controllo. Anche lei si era sentita così per un certo periodo ma anche se selvaggia era sempre riuscita, più o meno, a controllarsi.

<Voi lo distrarrete in modo tale che non farà caso ad Atalanta e non potrà attaccarci... dovete tenerlo impegnato>

E così dopo che il Pantheon e i Vendicatori si erano combattuti adesso una causa di forza maggiore li vedeva uniti. Ulisse e USAgent lanciarono i loro scudi all'unisono contro la creatura. Sharon si concentrò e la sua pelle iniziò a mutare e scaglie di pietra iniziarono a coprirla.

<Non c'è niente di meglio per attirare l'attenzione di un Hulk di una “Cosa”. Certi classici non tramontano mai.> disse lanciandosi contro il nemico.

She Hulk unì i suoi pugni a quelli della compagna nel tentativo di frenare l'impeto dell'essere.

Tigra si ricordava del precedente scontro. Sapeva che non doveva farsi prendere. Quell'Hulk però più diventava potente, più rallentava e si mostrava impacciato come se l'energia al suo interno stesse collassando.

<Sono sicura che farà molto più male a me che a te bestione> disse e quando provò a graffiarlo una scossa elettrica di colore rosso vivo la colpì e She Hulk fu prontissima ad afferrarla prima che si schiantasse al suolo.

A quel punto Prometeo che teneva la mano di Atalanta quella che tendeva la corda dell'arco le sussurrò qualcosa nell'orecchio.

Atalanta non aveva mai creato così tante frecce tutte assieme. Ce la fece trattenendosi dall'urlare per lo sforzo doloroso.

Hulk venne trapassato dalla pioggia di dardi. La mira migliorata dalla guida dello sguardo assoluto di Prometeo era oltre la perfezione. L'Hulk rosso sembrò un San Sebastiano con le frecce che lo attraversavano e colpivano l'energia all'interno fino a dissiparla, quel tanto che bastò a colpire il vero bersaglio, a ridare forza all'umanità nel guscio muscoloso che stava perdendo contatto con tutto.

<Ci siamo, i suoi occhi sono cambiati... She Hulk, Donna di pietra, Ulisse colpitelo tutti assieme...adesso è vulnerabile>

<Mi chiamano Donna Cosa... ma preferisco Sharon, che è meglio>

Ulisse caricò il suo scudo e lo lanciò contro l’Hulk che sul momento neppure vacillò era però abbastanza stordito da ricevere, senza reagire, i colpi delle due vendicatrici.

 Per la prima volta in quello scontro si mosse all'indietro, perse terreno e poi finalmente, davanti alle due super eroine, cadde fragorosamente a terra aprendo un solco dall'aspetto umanoide nella roccia sabbiosa del Nevada. Atalanta stremata cadde in ginocchio.

<Il vostro amico ha bisogno di cure... dobbiamo trasportare lui e l'Hulk al più presto nella vostra nave> disse Sharon Ventura vicina al corpo di Aiace fiaccato dall'aumento di massa.

Le faceva pietà. Le ricordava le vittime degli esperimenti del Power Broker, uomini disgraziati trasformati contro la loro volontà in mostri.

<Abbiamo un'armatura di riserva, tu e She Hulk avete forza sufficiente per estrarlo dal terreno e rivestirlo. Noi dobbiamo preparare il trasporto dell'Hulk Rosso.> spiegò Prometeo che mentre parlava vedeva concretamente i dati fisici della realtà come stringhe di codici fluttuanti.

She Hulk e Sharon si avviarono verso la scaletta della nave.

<Da vendicatrici a badanti di un ibrido umano divino con il cervello di un bambino> sbuffò la gigantessa di giada non riuscendo a strappare il sorriso cercato dal volto rigido, e non solo perchè di pietra, della compagna.

<Non pensare di lasciarci a terra, noi veniamo nella vostra base a chiarire un po' di cose.> sbraitò USAgent < Siamo alleati per forza in questa battaglia. Veniamo a controllare che non facciate altri disastri, giocando ai piccoli dei come avete fatto con quell'essere.>

Ulisse accettò le parole di Agent e rispose:

<D’accordo Vendicatori. Verrete con noi al Monte. Li vi sarà spiegata ogni cosa e capirete come le nostre intenzioni siano pacifiche e che non abbiamo nulla contro di voi.> e in breve riuscirono a prepararsi per la partenza. Aiace era stato messo in stasi programmando il tempo ideale al suo recupero, quello che sarebbe stato necessario all'adattamento alla nuova armatura. L'Hulk rosso fluttuava in un cilindro di contenimento e per la prima volta era calmo e con gli occhi chiusi. 

 

Giappone.

 

<Go, Power Rangers!> urlò Nova che, mentre evitava le fiamme che scaturivano dalle enormi fauci di Godzilla, sembrava un ragazzino sulle montagne russe.

Era sicuro che sarebbe riuscito a superare indenne anche i suoi artigli arrivando molto vicino al suo petto, il punto che voleva colpire con le sue scariche energetiche.

Si sbagliava.

Godzilla nonostante la sua massa era piuttosto veloce e lo intercettò in aria. Nova schizzò all'indietro e Sole Ardente si spostò veloce per bloccarne il lancio creando un soffice muro di fiamme che non scottavano abbastanza per infastidire il giovane sbirro dello spazio. Un po' di calore lo sentì comunque. Shiro gli puntò contro il dito:

<La prossima volta lascerò che la tua avventatezza ti insegni una dolorosa lezione. Stiamo combattendo, le strade di Tokyo rischiano di essere lastricate di cadaveri e tu ti comporti come un ragazzino!>

<Io sono un ragazzino, che è stato costretto a crescere troppo in fretta> avrebbe voluto rispondergli, ma Shiro era schizzato verso la creatura che era la personificazione dell'incubo nucleare.

Sole Ardente aveva gli occhi colmi di rabbia infuocata. Non riusciva a guardare la scia di distruzione, gli edifici caduti sotto l'incedere mastodontico dell'essere, la gente che urlava nella sua lingua, i rumori delle sirene.

Sotto di lui i membri della sua squadra, i Big Hero Six stavano aiutando gli abitanti della città, ma lui poteva solo accelerare il suo volo bruciando il cielo che attraversava.

Godzilla stava puntando verso uno dei simboli del suo paese, la torre di Tokyo.  La struttura era ispirata alla francese e più famosa torre Eiffel.

Era un'enorme antenna per le tele comunicazioni e la sua caduta avrebbe comportato altri problemi per la città. Shiro doveva impedire che accadesse.

Sarebbe stato come far crollare la speranza insieme a quella struttura di metallo colorata di rosso e bianco. Lui stesso, che non nascondeva il suo disprezzo per gli occidentali, era rimasto attonito di fronte alle immagini dell'11 Settembre, e non voleva di certo che qualcosa del genere accadesse qui, nel suo paese.

Godzilla era sempre più vicino, le sue zampe avevano fatto sprofondare mezzo Shiba Park, gli alberi erano come mozziconi di sigaretta sotto il suo peso. Shiro però lo anticipò e si parò difronte a lui.

<Questa torre non cadrà, parola di Sole Ardente!>

Godzilla rispose con il suo fuoco radioattivo che scaturì come una fiamma gigante. Sotto gli occhi Thunderstrike e Nova venne avvolto da una palla di fuoco. Sparì al suo interno e poi questa dopo secondi carichi di tensione, iniziò a consumarsi. Lentamente stava assorbendo tutto il fuoco, lo stava canalizzando pronto ad usarlo con gli interessi contro il mostro. Nova si schermò gli occhi e per un attimo il cielo sopra Tokyo cambiò colore.

Godzilla vacillò e a quel punto Shiro indicò a Thunderstrike come colpirlo, in quel momento in cui il ritorno di fiamma lo aveva indebolito.

<Tu! Sei Thor?> domandò il giapponese.

<Sbagliato. Mi chiamo Thunderstrike. Ma so fare gli stessi trucchetti.>

<Allora ascoltami: usa i tuoi fulmini. I dossier su quella creatura dicono che soffre l'elettricità. Tempestalo con una pioggia di scariche. Dobbiamo bloccarlo, spingerlo indietro portarlo verso l'oceano dove non possa arrecare altri danni a questa città già provata dal suo attacco.>  

<Consideralo fatto, amico.> rispose Eric Masterson, sollevando al cielo la sua mazza incantata.

Quel giorno sarebbe stato ricordato dagli abitanti di Tokyo come quello in cui il cielo cambiò più volte, dal rosso fuoco delle radiazioni contenute dal potere del loro eroe nazionale, al brontolio potente che anticipò lo scatenarsi di una carica di saette che come frecce scagliate da un Dio irato, protetto dalle nubi, colpirono a ripetizione il mostro. Thunderstrike non aveva mai usato fino a quel punto il suo potere e Nova lo vedeva che era sul punto di cedere, ma tenne duro mentre Shiro, ricaricato dalle fiamme emesse dallo stesso mostro, lo respingeva con colpi di fuoco.

Masterson in quel momento con l'energia dei fulmini difficile da controllare, con il corpo che tremava tutto sotto l'impeto di quella forza divina pensò alla missione di Pym e degli altri. Dovevano fare in fretta a scoprire come Demonicus controllava quell'essere perché era sicuro che sia lui che Nova che Shiro non avrebbero potuto fermare ancora per molto Godzilla.

 

***

 

<Non mi aspettavo che il fiero Silver Samurai guidasse un gruppo di super ragazzini.> disse Aracne <Se fossi la madre di uno di loro, non so se approverei. Mi chiedo cosa possano dire i genitori della scelta dei loro figli.> continuò, mentre Henry Pym indicava al giapponese il punto in cui avrebbe dovuto usare la lama energizzata dal suo potere mutante.

<La madre dei Big Hero 6 è il loro paese. E so per certo che anche in America avete supereroi adolescenti. Non ti curar di loro e pensa agli affari tuoi.> disse con un po' di fastidio e poi iniziò a tagliare il metallo della botola d'ingresso alla base di Demonicus.

Le formiche li avevano condotti lì rivelando il trucco del passaggio che dalla costa sprofondava nell'oceano nelle cui profondità era celato il covo del genetista.

<E' strano che Demonicus non ci abbia già mandato qualche suo ibrido a darci un caldo benvenuto.> disse Pym infilandosi per primo nel foro dai bordi arroventati dalla lama del samurai d'argento.

I tre iniziarono la discesa fino a quando non raggiunsero un corridoio. Era come se quel luogo fosse deserto. C'era una sola strada da seguire e lo fecero arrivando a due porte automatiche che si aprirono di colpo.

Calabrone e Aracne avevano già visto un laboratorio simile nella città fluttuante di Corvo Rosso.

Il design era lo più o meno lo stesso solo che al centro c'era una grande cupola di metallo che non permetteva di vedere cosa ci fosse al suo interno.  Non riuscirono ad avvicinarsi per scoprirlo perchè delle pareti si sollevarono e dai passaggi che nascondevano uscirono dei guerrieri simili a quelli che avevano combattuto nella base di Tokyo. Tenevano in mano delle katane e i loro abiti ricordavano quelli dei ronin giapponesi.

<Me ne occupo io.> disse il Samurai pronto ad incrociare la sua lama con le loro.

<<Volete combattere subito, senza nemmeno una doverosa introduzione. Seguiamo fino in fondo il copione che devo ammettere in queste ultime settimane sta diventando fastidiosamente ripetitivo.>>

La voce provenne dall'alto dove una porzione di soffitto metallico si era staccata e adesso scendeva. Un ascensore aperto con balaustra da cui si affaccio Demonicus. Le parole erano le sue. Il tono era di colui che sentiva di avere in pugno la vittoria.

<Non è colpa nostra se sei uno stereotipo vivente. Non sei degno di un Dottor Destino o di un Teschio Rosso. Sarai sempre uno scienziato pazzo di serie B e la tua sete di vendetta non verrà mai soddisfatta.> disse Calabrone, sapendo che Demonicus era facile preda delle provocazioni. Il suo ego e il suo genio non potevano sopportarle.

<I grandi uomini si pongono degli obiettivi e non si fermano fino a quando non li hanno raggiunti. Il mio, prima che la mia strada si incrociasse con la vostra Vendicatori dell'Ovest, era quello di scoprire come controllare Godzilla. E finalmente ci sono riuscito!>

<Sei solo capace di corrompere o distorcere quello che tocchi, che finisce sotto i tuoi ferri.> rincarò Hank.

<Godzilla è una creatura millenaria che ha sempre aiutato questo paese. E' un meccanismo di difesa di cui nessuno conosce davvero l'origine. Vuoi mettergli il guinzaglio per sentirti potente!>

<Da scienziato a scienziato che a sua volta ha cercato di piegare ai suoi fini le leggi della fisica dovresti essere curioso e chiedermi come ho raggiunto alla fine il mio obiettivo.>

<Qualcosa mi dice che lo dirai lo stesso. Ne ho conosciuti, nei miei anni da Vendicatore, di cattivi che si parlano addosso, ma tu li batti tutti.> disse Aracne creando tra le dita la sua tele psicocinetica.

Questa volta Demonicus non disse nulla e lasciò che a parlare fosse la cupola che si schiuse mostrando al suo interno un essere grottesco con un enorme cranio venoso di colore scuro, occhi demoniaci e un solo vago aspetto umano.

<Prima di fuggire dall'isola volante sono riuscito a portare con me il frutto del progetto Kaiju. Questa creatura è superiore come stabilità dei DNA ibridi di quelle che avete combattuto sull'isola nel cielo. Ho mescolato le qualità di vari criminali che hanno il dono del controllo mentale. C'è un po' di Mentallo e del Corruttore il tutto legato insieme dal DNA del Capo.>

<Hai creato un telepate controllore capace di arrivare in profondità nella mente oscura e antica di Godzilla?>

<Si ma la cosa geniale, lasciate che mi compiaccia con me stesso, è stato innescare nel mostro quel meccanismo di difesa di cui parlavi e di indurlo a credere che Tokyo fosse minacciata. Chissà che creature sta vedendo invece dei vostri amici! Mothra, o magari qualcuno dei miei mostri come la Mano dei Cinque!>

<Basta così.> disse Silver Samurai <Siamo venuti a fermare la macchina con cui controlla Godzilla e lo faremo. Mi basterà decapitare quell'orribile sfortunato essere, schiavo di quel folle con la maschera da teschio come lo è Godzilla. Sarà una liberazione quando lo ucciderò!>

Demonicus gridò:

<Non è una maschera, e voi state per scoprire che tra i campioni di DNA che ho in mio possesso c'è anche quello di un essere organico alieno che si unisce ai corpi ospiti. Un simbionte che sono stato in grado di duplicare e di agganciare a questi fanatici. Ecco a voi i miei ronin Carnage!>

I guerrieri iniziarono a mutare. La loro pelle si copri con il simbionte rosso carne. Divennero in breve degli esseri orribili e dai loro corpi iniziarono a formarsi appendici che terminavano in lame fatte della potente sostanza dei simbionti. 

E a quel punto con il Samurai d'argento che si scagliò contro di loro, iniziò la battaglia.

 

CONTINUA .....

 

 

Le Note

 

Seconda parte della trilogia dedicata ai Kaijù, i mostri generati dalle radiazioni. Nello scorso episodio abbiamo speso due parole sul Pantheon, la misteriosa società segreta che si occupa di combattere i mali che affliggono l’umanità – a modo loro – mentre stavolta parliamo dei riluttanti alleati giapponesi dei nostri eroi, i Big Heroes Six.

 

Creati da Steven T. Seagle e Duncan Rouleau  su Alpha Flight # 17 (dicembre 1998), They then appeared in their own self-titled miniseries by writer Scott Lobdell and artist Gus Vasquez, which due to scheduling issues, was published before Alpha Flight #17. [ citation needed ] A subsequent six-issue miniseries was launched by Marvel Comics in September 2008. An animated film based on the series produced by Walt Disney Pictures will be released November 7, 2014. Apparvero poi in una miniserie omonima dello scrittore Scott Lobdell e disegnata da Gus Vasquez, sono i supereroi che proteggono il Giappone, i corrispettivi degli alphani in Canada o della Guardia d’Inverno in Russia. Due di loro però sono due vecchie conoscenze del Marvel Universe:

 

- Sole Ardente (Shiro Yoshida) è uno dei primi mutanti inventati dalla Marvel apparso per la prima volta nel 1964 su X Men # 64. Dotato di poteri pirocinetici simili a quelli della Torcia Umana (ma senza infiammarsi totalmente) dopo essere stato loro avversario, fu reclutato dal professor Xavier nella nuova squadra di mutanti per salvare gli X-Men da Krakoa, l'Isola Vivente in Giant Size X-Men n. 1. Inadatto al lavoro di squadra, a causa del suo carattere irascibile ed orgoglioso, Shiro lasciò la squadra immediatamente, collaborando con loro solo saltuariamente. Tenetelo d’occhio perché.... anzi no, non vi diciamo niente!

 

- Silver Samurai (Kenuchio Harada), apparso per la prima volta su Daredevil # 111 (luglio 1974) è anch’egli un mutante, capace di caricare la sua katana di un campo di tachioni in grado di tagliare quasi qualsiasi cosa. Figlio illegittimo dell’oyabun (padrino) della yakuza Shingen Yashida (si, il padre di Mariko Yashida, la donna amata da Wolverine) ha un passato oscuro come criminale, scontrandosi con vari supereroi Marvel, tra cui gli stessi Wolverine o Devil, ma di recente ha collaborato col il suo governo riciclandosi nel ruolo di eroe federale.

 

Il loro ruolo vi sarà più chiaro nel prossimo episodio, quando aiuteranno i VCO nel fermare il folle piano del dottor Demonicus. Vi aspettiamo!

 

Carmelo & Igor.